[DIRITTE AL GIOCO: LIBANO]

Beirut – Sila, Rama, Yasmin, Hannadi sono bimbe del gruppo di Inter Campus di Shatila che coinvolge 80 bambine e bambini del campo profughi libanese. Due anni fa si sono incontrate per la prima volta sul campo da calcio e da allora sono inseparabili. “Inter Campus ci ha fatto scoprire la nostra passione per il calcio. Così spesso indossiamo la maglia dell’Inter anche fuori dal campo, corriamo per i vicoli, e quando ci sono stati i Mondiali non ci siamo perse nemmeno una partita. Ovviamente abbiamo fatto il tifo per tutti i giocatori dell’Inter!”.

Il tristemente famoso campo profughi di Shatila, già teatro nei primi Anni 80 di una delle pagine più sanguinose degli scontri politico-religiosi in quei territori, è un luogo che non offre molte opportunità ai suoi circa 35 mila abitanti e in cui lo sport femminile in modo specifico non ha sbocchi, per questo i genitori, soprattutto le mamme dei nostri piccoli intercampisti, hanno accolto con grande entusiasmo il progetto, sostenendolo e permettendo alle loro bambine e ai loro bambini di giocare tutti insieme sullo stesso campo, dimostrando un’apertura culturale per nulla scontata in una società del Medio Oriente, dove tuttavia stiamo imparando a capire che ogni decisione è figlia di un complesso intreccio di situazioni che non si devono e non si possono superficialmente catalogare con facilità da occidente…

“Purtroppo ci sono stati dei casi di genitori che non hanno permesso alle proprie figlie di venire a giocare al campo e di praticare uno sport come il calcio” ci racconta il coordinatore del progetto Othman Afifi – “la strada è ancora lunga, ma siamo soddisfatti dei riscontri ottenuti finora. Anche le mamme vorrebbero giocare a calcio e speriamo di poterle presto accontentare!”

L’impegno e la determinazione degli allenatori locali – tutti nati e cresciuti nel campo profughi – è fondamentale per offrire alle bambine e ai bambini la possibilità di giocare insieme, di confrontarsi, di condividere un’attività comune, superando quelle nette separazioni che spesso coinvolgono le bambine e le ragazze in balli tradizionali, isolandole dai loro coetanei maschi.

In un contesto in cui molti dei diritti civili vengono a mancare a causa della complessa situazione socio-politica in cui sono costretti a vivere gli abitanti di Shatila, il progetto Inter Campus, grazie anche alla collaborazione con l’ONG Anera, assume un valore ancora più ampio, promuovendo l’equità di genere e ponendosi come obiettivi anche la prevenzione di devianze sociali e il supporto all’ istruzione.

15.03.2021

Foto

altre foto