ASUNCIÓN – Non è solo il pallone a scandire i pomeriggi di Cateura, la discarica dove arriva l’immondizia di tutta la città: ci sono anche i camion che vanno avanti e indietro portando spazzatura, le mucche che puntuali alle 17:00 attraversano il campo, i gruppi che si avvicendano in un caos ordinato in cui ognuno sa come comportarsi.
Il grande campo in terra, come tutto il quartiere, poggia su rifiuti accumulati e coperti nel tempo. Quando piove è difficile giocare perché l’acqua non drena e lo spazio si allaga in fretta. Ciononostante, durante gli allenamenti è l’allegria a farla da padrona: ogni bambino sa a quale squadra appartiene, aspetta il proprio turno sulle gradinate ed entra in campo con entusiasmo – e grande rispetto – all’orario stabilito. E’ l’alchimia del calcio e il grande lavoro degli allenatori locali a permettere una tale coesione, grazie alla quale tanti bambini con disturbi dell’attenzione fanno parte di Inter Campus senza sforzo tra coetanei.
Sono più di 100, quasi ogni giorno: una macchina (im)perfetta che fa scattare la scintilla del cuore. Maschi e femmine insieme, a bordo campo già dai 5 anni in attesa del momento in cui anche loro riceveranno la maglia dell’Inter e saranno ufficialmente parte della famiglia nerazzurra. Per poi avvicendarsi con tanti amici e amiche fino a diventare adolescenti e accompagnare i fratelli più piccoli.
Un passaggio di consegna che fa ben sperare nel futuro, la conferma più importante verso gli sforzi di Inter Campus.
07.10.2022