SAN PAOLO – “Tris”, “Forza quattro”, “Sasso, carta, forbice”: i giochi dei bambini sono gli stessi in tutto il mondo, al massimo cambiano nome, ma non la sostanza. Così a San Paolo, la sfida sulla conduzione premia la rapidità col pallone, ma anche con la testa: bisogna infatti essere veloci a posizionare il cinesino nello spazio corretto per completare la fila della propria squadra e aggiudicarsi la possibilità di tirare.
Ci si allena a pensare, oltre che a correre. E se il classico “Piedra, papel, tijeras” viene fato da tutti a una velocità tale da essere difficile anche per gli adulti seguirne gli sviluppi, mettere in ordine 4 coni dello stesso colore è più difficile, perché non si dipende più solo da sé stessi, ma anche dalle scelte fatte dai compagni e dalle contromisure prese dagli avversari. Tutto rigorosamente in campo, con la palla tra i piedi e con il tifo di chi dalla fila dà consigli a squarciagola (spesso fuorvianti).
Un modo per allenare la gestione delle emozioni, lo stress, il problem solving sotto pressione. Perché se la conduzione termina con l’attività di campo, la capacità di fare le scelte giuste non finisce mai.
03.10.2022