[Bosnia-Erzegovina, in campo senza divisioni]

SARAJEVO – Continua il lavoro di integrazione condotto da Inter Campus in Bosnia-Erzegovina.

Il viaggio della delegazione nerazzurra è cominciato incontrando i bambini e gli allenatori parte del progetto a Sarajevo.

Dopo oltre 20 anni dalla fine della guerra nei Balcani, Sarajevo porta ancora le cicatrici dell’assedio, ma ciò che emerge osservando i cambiamenti di questa città, è la voglia di lasciarsi tutto alle spalle e di tornare ad essere il luogo di convivenza pacifica e serena di un tempo. Stesso obiettivo che Inter Campus da anni persegue sul campo, in collaborazione con l’Associazione Sprofondo-Bezdan, facendo giocare e crescere insieme bambini di diverse etnie e religioni.

Nei giorni di permanenza nella capitale bosniaca, oltre a proseguire con la formazione pratica e teorica degli allenatori locali, la delegazione di Inter Campus è stata ricevuta dal FK Sarajevo e ne ha visitato la sede e il centro sportivo. Durante l’incontro con i rappresentanti del club si sono poste le basi per future collaborazioni in ambito sociale.

Procedendo verso sud, in Erzegovina, le divisioni sociali diventano più evidenti. Qui ci sono negozi per croati (cattolici) e per musulmani, scuole per bambini croati e per bambini musulmani. Il caso più eclatante è quello della scuola frequentata da molti dei bambini di Inter Campus, nel paesino di Domanovici: due scuole sotto un unico tetto, con la scuola croata al piano terra e quella musulmana al primo piano.

Anche le scuole calcio normalmente sono separate. Tutte tranne Inter Campus, che è l’unico esempio di integrazione nella regione, capace di promuovere l’incontro e il dialogo tra oltre cento bambini e le loro famiglie.

30.04.2018

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