Cammino in mezzo ad un campo. Attorno colline rocciose e apparentemente nient’altro. Sotto le mie scarpe terra rossa e brulla, sassi e polvere accumulati nell’inverno arido. Un campo come ne troviamo tanti in giro per il mondo di Inter Campus, ma pur sempre un campo di calcio, unico e speciale perchè calpestato da corse di gioia pura. Proprio come in questo momento.
Lentamente alzo gli occhi nella direzione delle risate e degli schiamazzi: i bimbi e le bimbe più piccole fremono emozionati e agitati nelle loro divise nerazzurre appena indossate. Finalmente, la seppur breve cerimonia di inaugurazione si è conclusa. Hanno cantato con le loro vocine da bimbi ed espressioni da adulti l’inno nazionale libanese, ascoltato rispettosamente quello italiano e ringraziato i militari con la divisa mimetica e il basco blu che con tanta attenzione li hanno aiutati a indossare quella maglia speciale.
Ora gli sguardi sono tutti per gli allenatori dell’Inter che sembrano essere amici dei loro soliti istruttori da lunga data, non parlano lo stesso idioma ma usano un linguaggio comune a tutti. E la magia si realizza una volta ancora: la prima corsa pazza attorno al conetto colorato, il calcio della vita al pallone e in un attimo si è allargata la famiglia di Inter Campus.
Questa volta l’incantesimo si è manifestato nel sud del Libano, dove da tempo Inter Campus voleva tornare con un progetto stabile e continuativo a favore dei bambini di questi villaggi martoriati da lunghi anni di conflitti. La pace non c’è ancora, neppure un vero e proprio confine, ma la tregua, consentita dalla presenza dell’UNIFIL, concede alle famiglie di tornare a coltivare, aprire piccole attività commerciali, ristrutturare le case bombardate. Ci sono scuole e spazi aperti, ma quasi nulla è a misura di bambino.
A seguito del conflitto israelo-libanese del 2006, l’ultima risoluzione delle Nazioni Unite ha disposto una nuova forza di interposizione. Dal gennaio 2012 guida la missione il generale italiano Paolo Serra e l’Italia è attiva con l’Operazione Leonte, dal nome del fiume che segna l’inizio del Settore Ovest. A scortare la riapertura del programma sociale nerazzurro, i caschi blu italiani della Joint Task Force Lebanon su base Brigata Granatieri di Sardegna che continuano a condividere con la popolazione locale attività orientate al sociale.
Proprio il sostegno alla popolazione, terzo pilastro della missione UNIFIL, è il punto di incontro tra la Forza di Interposizione in Libano e Inter Campus. In particolare, il Gruppo Supporto Aderenza CSS BN su base 1° Reggimento Trasporti, al comando del Colonnello Mario Stefano Riva, ha partecipato e fornito il supporto necessario accompagnando lo staff di Inter Campus – Aldo Montinaro, Juri Monzani, Andrea Galbiati e Nicoletta Flutti – presso le municipalità di Hannawiyah, dove il programma è già stato attivato, e di Yarin, in fase di sviluppo.
Procedure, autorizzazioni, scorte, regole, istruzioni, sopralluoghi, traduzioni, confronti, tutto è valso per gettare le basi di un programma continuativo e a lungo termine, che impegnerà Inter Campus nelle sue periodiche visite in loco di monitoraggio e formazione parallelamente all’avvicendamento dei Contingenti nella base ‘Millevoi’ di Shama, grazie al lavoro dei referenti locali. Al Sindaco della Municipalità di Hannawiah, Hassan Tajeddine, un ringraziamento speciale per aver coinvolto persone di grande disponibilità e le semplici strutture necessarie ad un brillante calcio di inizio.
Grazie anche al vicesindaco di Hannawiah Mohammed Kafal, al Direttore della Scuola di Yarin Hassan Ismail, al Generale Riccò, al Colonnello Riva, al capo allenatore Moustafa, al Tenente Colonnello Arseni, all’allenatore Hakim, al Luogotenente Mancuso, a Zyad, al Capitano Nadini, al 1° Caporal Maggiore Russo, e ancora a Mohammad, Fabiano, Massimo, Imad, Marco, Angelo, Michele, Hamad, Francesco, Alessandro…Ci perdoneranno se li nominiamo in modo informale e in ordine sparso, ci scusiamo se non possiamo elencarli tutti. Ma di ognuno ciò che è tornato in Italia con noi è la professionalità, la simpatia, l’accoglienza, il sacrificio, il coraggio, la dedizione e la grande umanità che hanno reso la ‘nostra’ missione più efficace, preziosa ed entusiasmante.
Foto di Francesco de Chirico
22.05.2014