[Un anno di Inter Campus, il racconto del 2019]

MILANO – Risale a gennaio 2019 il primo contatto tra Inter Campus e Apeiron Onlus. L’associazione chiedeva un intervento a supporto delle attività di promozione di equità di genere a Kathmandu, in Nepal. Pochi mesi dopo il primo sopralluogo, fino all’apertura del 30esimo progetto. Un traguardo importante, ancor più significativo se inserito in 22 anni di storia nei quali l’appoggio nerazzurro ai propri partner nel mondo non si è mai interrotto.

Nuove sfide insieme a vecchie, prestigiose, abitudini: si sono infatti riaperte le porte delle Nazioni Unite, per tre volte. Inclusione e disabilità, ma anche sviluppo attraverso lo sport: di questi temi si è parlato nei palazzi ONU di New York e Nairobi, dove Inter Campus è ormai considerato un riferimento nell’ambito della responsabilità sociale.

Durante l’anno anche tanti interventi in aula, a favore di adolescenti, ragazzi e adulti curiosi di confrontarsi, per un impegno educativo che, partendo dal campo, spesso si estende ai banchi di scuole e Università. Tutto senza mai trascurare il cuore di Inter Campus, ossia le migliaia di bambine e bambini che ogni giorno vogliono e devono allenarsi. Nonostante le difficoltà quotidiane, come nei casi di Bolivia, Nicaragua e Venezuela. Le attività non si sono mai interrotte.

Forse anche per questo che la UEFA Foundation ha nuovamente eletto Inter Campus come progetto meritevole di supporto, garantendo per tutto l’anno attività di ricreazione e alimentazione ai bimbi di Caracas.

Un anno intenso, che obbliga a ricominciare con la stessa determinazione, senza mai fermarsi. Inter Campus riparte da Congo e Angola, dove gli allenatori nerazzurri sono già in campo per difendere il Diritto al Gioco.

10.01.2020