[“Senza Inter Campus saremmo per strada”]

Karla ha 16 anni, da 5 fa parte di Inter Campus Angola, a Luanda. L’adolescenza ormai alle porte, gioca nella squadra femminile di Mabubas, una delle case dei salesiani, centro operativo nel cuore della Lixeira dove appena fuori dai cancelli si schiude la baraccopoli della capitale. Qui, non lontano dal porto e dall’oceano, migliaia di infanti, bambini e adolescenti si riversano nelle strade in mezzo a pericoli di ogni genere, tra il caos infernale del traffico e le strade sterrate scavate in mezzo a improbabili corsi d’acqua marcia.
Senza alternative ludico educative, Karla prende parte alle sedute di allenamento insieme alle sue compagne e, ben conscia della possibilità donata, desidera condividere il suo stato d’animo a fine allenamento. Dopo diversi goal mancati, qualche sbucciata alle ginocchia a causa del fondo sconnesso e ruvido dei campetti di cemento e con la maglia inzuppata di sudore che libera la mente per qualche attimo dalle preoccupazioni quotidiane “Vi ringrazio per darci questa opportunità” dice, parlando anche a nome di alcune timide compagne, “perché’ la realtà è che senza Inter Campus il sabato pomeriggio saremmo in strada in preda a possibili tentazioni che potrebbero costarci care”. La riflessione risveglia un senso comune di vulnerabilità, ma anche di identità che tocca le corde più profonde dello Spirito e arriva fino a trovare nella palla la propria connotazione fisica e psicologica. Di lì a poco, al tramonto, nel quartiere riparte la solita vita, ma sapere che tra due giorni un altro allenamento scandirà e interromperà questo circolo dona coraggio, speranza e soprattutto fiducia che qualcuno o qualcosa possa essere al proprio fianco.
A Mabubas Inter Campus è presente dal 2009 ed è proprio per ragazze come Karla e le sue compagne che il senso di appartenenza diventa identità e che, forse, può guidare un cambiamento dal basso. Stendere radici che sembrano attecchire, mentre il tramonto, veloce, accompagna le ragazze nelle proprie case.

23.10.2023