UNGHERIA – Il clima festoso dei mercatini di Budapest, le luci delle decorazioni nelle vie del centro, la folla allegra, i palazzi imperiali meravigliosi sulla sponde del Danubio. Un’atmosfera da favola, per molti versi distante da quella che si avverte nel quartiere dove si trova l’orfanotrofio in cui Inter Campus opera dal 2010. Tuttavia il Natale è particolarmente sentito anche qui dai circa 40 bambini, ospiti della casa d’accoglienza per minori Csepko, con cui la delegazione Inter Campus – in visita per il consueto aggiornamento tecnico, monitoraggio dell’attività e distribuzione delle maglie a tutti i partecipanti al progetto – ha trascorso ore felici. Dopo due giornate dedicate ad allenamenti pratici dimostrativi sui campetti dell’orfanotrofio tenuti dai nostri tecnici, Paola Balconi e Lorenzo Forneris, la delegazione, insieme ai due allenatori-educatori locali, Kristian e Vali, si è diretta a nord verso il secondo nucleo magiaro di Szendrolad (Miskolc). Rigide le temperature durante la visita, costantemente sotto lo zero dove una prima leggera nevicata ha ravvivato il grigiore della valle, rendendo l’atmosfera di questo piccolo villaggio vicino al confine slovacco più natalizia e ancor più suggestiva. Ad attenderci nel villaggio popolato in larga maggioranza da Rom, circa un centinaio di bambini e bambine, accompagnati come sempre dai tre allenatori locali, Gabor, Tomasz e Joet. Un onore per noi di Inter Campus dare il nostro benvenuto a Khristof, uno dei ragazzi di Szendrolad, entrato a far parte del progetto nel 2011 all’età di 7 anni, e che quest’anno, a 14 anni compiuti, ha deciso di intraprendere un percorso di formazione tecnica, assistendo sul campo i tre allenatori-educatori locali, per ricevere la formazione necessaria a diventare un giorno allenatore Inter Campus. Kristoph è di origine Jenisch, la terza maggiore popolazione nomade europea dopo i Rom e i Sinti, divenuti da decenni stanziali in questo villaggio. Nonostante l’Ungheria sia tra i paesi dell’Est Europa uno dei più evoluti, la disgregazione delle famiglie, la presenza di genitori e ragazze madri che non sono nelle condizioni di prendersi cura dei propri bambini, fa sì che resti ancora alto il fenomeno dell’abbandono. Tra le fasce più a rischio, quelle di etnia Rom.
Ringraziamo come sempre Andrea e Ildiko, referenti dell’associazione “Love is the Answer”, nostro partner locale, per il costante impegno e la diligenza nella gestione del Progetto.
19.12.2016