La delegazione Inter Campus – composta dal responsabile organizzativo Christian Valerio, dai tecnici Juri Monzani e Silvio Guareschi e dal fotografo ufficiale di Inter Campus Franco Origlia, a dicembre è tornata a Città del Messico per la seconda visita stagionale. Nella capitale dai 24 milioni di abitanti, Inter Campus lavora sul campo del Deportivo Venustiano Carranca, dove si sono svolti gli allenamenti con i bambini “callejeros” (di strada) ospitati dalla Fundaciòn Renacimiento di Tepito insieme ai bambini della popolazione indigena dei Triqui, residenti nella vicina baraccopoli. Condivisione di esistenze difficili che col pallone si uniscono in un gioco spensierato e sorprendentemente uguale per tutti i bimbi del mondo.
Da Città del Messico alla destinazione finale del viaggio: “Los Altos de Chiapas”.
Il supporto di Inter Campus al sistema educativo delle comunità indigene del Chiapas è un diritto di ogni comunità e non un privilegio per pochi. Secondo il principio “Tutto per tutti o niente per nessuno” il nostro partner chiapaneco ha indicato la località della nostra missione di dicembre in Chiapas, la comunità di Miguel Hidalgo, nei pressi di Teopisca, tra San Cristobal de las Casas e Comitan de Dominguez. Località non indicata sulle cartine geografiche e per noi un’incognita come sempre in questa regione.
Giunti a destinazione ci siamo trovati a 2000 metri sopra il livello del mare: di giorno 30 gradi, di notte zero. Alloggiati in un’aula dalle grigie pareti di cemento di una scuola secondaria, muniti di sacchi a pelo e comode amache, abbiamo trascorso la prima notte. Il freddo pungente ci ha colti all’improvviso. Dormire era impossibile e piano piano ci siamo ritrovati tutti all’una di notte intorno al focolare della cucina, come se il gelo ci avesse dato appuntamento. A quel punto l’unico obiettivo era riscaldarsi un po’. Panacea, una partitella sul campo da basket al chiarore della luna piena. Durante le pause, tutti a naso in su a contemplare cielo e costellazioni sotto una pioggia di stelle cadenti.
Al mattino, l’interminabile viaggio del giorno prima, il fuso orario e la nottata insonne parevano già lontani mentre i primi bambini iniziavano ad arrivare e con i loro sorrisi riaffioravano in noi inaspettate energie. Una cinquantina tra bambine e bambini dai sei ai quattordici anni, incuriositi dalla nostra presenza di “gueros” (uomini bianchi) ci circondavano festanti. Dopo la consueta consegna dei completini nerazzurri, Juri e Silvio hanno dato il via alle sedute di allenamento sul campo da calcio lungo la strada statale. Sono trascorsi così quattro giorni magnifici: indimenticabili i volti felici dei bimbi e impeccabile il loro comportamento sul campo durante le partitelle auto-arbitrate dagli stessi partecipanti all’insegna di un fair-play innato.
Un ringraziamento particolare alla ONG Enlace Civil e all’Associazione “Ya basta” di Milano. Queste sono attive in Chiapas da molto tempo per la tutela dei diritti delle popolazioni indigene ed hanno contribuito notevolmente alla realizzazione del progetto Inter Campus in questa regione.

13.01.2012