[Inter Campus Israele e Palestina, integrazione dentro e fuori dal campo]

Uno degli aspetti più affascinanti e sorprendenti di Inter Campus è il fatto che si ottengono risultati inaspettati anche al di là del terreno di gioco. Un ennesimo esempio in occasione della recente visita in Israele e Palestina, progetto quest’anno cofinanziato da UEFA Foundation for Children. Dapprima una parte più formativa-teorica a Gerusalemme Est (Bet Safafa) con i nostri Alberto e Silvio a tenere un corso teorico ai soli tecnici locali maschi e femmine, ebrei ed arabi, poi una formazione pratica sul campo con bambini ebrei ed immigrati (perlopiù africani) nel sud di Tel Aviv, infine una formazione pratica con bimbi palestinesi in un villaggio della West Bank. Tutto si è svolto con la consueta partecipazione ed entusiasmo, superando le inevitabili difficoltà di un lavoro che affronta realtà tanto variegate e complesse e perlopiù in una situazione di conflitto sempre incombente. Proprio per questo la giornata finale con torneo a Gerusalemme est, cui avevamo invitato i bambini e gli allenatori di tutte le realtà coinvolte, ci lascia sempre col fiato sospeso fino all’ultimo: ce la faremo? Si lasceranno integrare sul terreno? I bambini palestinesi potranno passare il check point per partecipare? A complicare ulteriormente le cose Buma, il personaggio straordinario che si dà sempre tantissimo da fare per aiutarci con la burocrazia dei check-point, si inventa l’idea di portare i bambini palestinesi, usando l’occasione del torneo, a visitare la Moschea di Al Aqsa, un luogo Santo islamico che i bambini del nostro villaggio nella West Bank non avevano mai potuto vedere. Il giorno del torneo finale i bambini palestinesi finalmente arrivano, grande successo! Tutti sul campo. E con una abilità che, supportata dai nostri tecnici, rivela però già una certa abitudine al frequentarsi. Il torneo termina prima del tramonto per permettere ai bambini ebrei di festeggiare il sabato ed ai bambini palestinesi di andare a visitare i luoghi santi. Il giorno dopo ci confermano: con loro grande gioia hanno potuto vedere la Moschea della Roccia. Scopriamo così, parlando con il nostro referente Yasha dell’associazione Ghetton, che per questi bambini è solo la terza volta nella vita che riescono a passare il confine: e questo l’hanno fatto solo in occasione di tre nostre visite Inter Campus! Incredibile pensare che con il progetto sportivo permettiamo a questi bambini cose che nessun altro riesce a fare: vedere il mare, visitare i luoghi santi, incontrare bambini “dell’altra parte” e giocarci.

27.03.2017

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