[Inter Campus Camerun cresce e vive al di là di ogni ostacolo!]

Mvog’ada, Rail, Essos, Nkondengui. Alcuni nomi sono un po’ difficili da pronunciare, ma molto più difficile è viverci. Quartieri di baracche o case fatiscenti dove da sempre vivono le fasce più povere della popolazione di Yaounde, ma che negli ultimi anni sono stati raggiunti da nuovi poveri: rifugiati dalle guerre in Ciad, in Repubblica Centrafricana, dalla guerriglia latente nell’ovest anglofono del Paese, ma anche gente mal ridotta dal raddoppio quasi totale dei prezzi in seguito alle carenze conseguenti alla guerra in Ucraina, che arrivano anche qui (carburanti, mangimi, frumento).
In queste realtà lavoriamo con cellule di bambini e bambine da molti anni. Lora, allenatrice ed educatrice Inter Campus, e Justin suo collega ci guidano attraverso i vicoli del quartiere, privi di fognature e acqua pulita, per arrivare al campo in terra rossa dove i giovani e gli adulti del quartiere di Mvog’ada appena possono si ritrovano, nonostante tutte le difficoltà quotidiane, per sfogarsi giocando a football. Qui i nostri bambini tre volte alla settimana svolgono l’attività sportiva educativa secondo i principi che gli “alleducatori” locali apprendono durante i semestrali corsi di formazione pratica e teorica.
Questa volta Silvio e Roberto dall’Italia hanno portato un corso sul senso di prossimità ottenuto attraverso il calcio, per incrementare la resilienza dei bambini in questi ambienti degradati. Anche le famiglie vengono coinvolte, ascoltano il nostro referente locale Francis mentre spiega il valore di questa attività per la crescita dei loro figli e figlie. Il capo del quartiere, presente, ci dà il suo ok e ci ringrazia di pensare alla sua gente, quasi dimenticata invece dalle autorità. Sul campo tutto è dimenticato, la gioia dei bambini, con le divise nerazzurre arrossate dalla terra argillosa, è incontenibile. Anche i ragazzi cresciuti in Inter Campus e ormai più grandi partecipano come assistenti educatori. La famiglia Inter Campus Camerun cresce e vive, al di là di ogni ostacolo, da più di vent’anni, e a giudicare dalle facce felici dei bambini che giocano, non si fermerà.

21.01.2023