NEW YORK – Il percorso di Inter Campus parte da molto lontano, nel 1997 in Brasile, quando il primo nucleo fu inaugurato a Recife. Da allora il Progetto è cresciuto, consolidandosi nelle prime realtà che lo hanno visto protagonista e arrivando laddove lo sport, e la maglia nerazzurra, potessero fare la differenza. È stato uno sviluppo naturale, quasi inconsapevole, dettato dal desiderio di dare il proprio contributo sociale attraverso uno strumento familiare in casa Inter: il gioco del calcio. La spontaneità e la passione ci hanno portato in tutto il mondo, dalla Cambogia al Chiapas, dalla Russia all’Angola passando per Israele e Palestina, per citare solo alcuni dei Paesi coinvolti.
Milioni di chilometri percorsi per combattere problemi sempre diversi, che quotidianamente affliggono le aree più povere del mondo, come droga, mancanza di istruzione e integrazione, violenza. Ieri il viaggio di Inter Campus si è fermato a New York, per offrire una testimonianza concreta su come lo sport possa essere efficace strumento contro la violenza sui bambini. Durante il Convegno Children, Sports and Development presso la Trusteeship Council Chamber delle Nazioni Unite, Massimo Moratti e Javier Zanetti hanno presentato il Progetto davanti a una platea prestigiosa e appassionata.
Un cammino lungo e spontaneo, come sottolinea l’ex Presidente nerazzurro, “nato con coraggio e un pizzico di incoscienza per aiutare tanti bambini a sconfiggere la paura e non perdere le illusioni. Una società di calcio importante come l’Inter, non può sottrarsi dal suo ruolo di responsabilità sociale nei confronti di chi ha bisogno, soprattutto se si tratta dei più piccoli.Per il rispetto che proviamo nei confronti di questa Società non potevamo non impegnarci in un progetto come Inter Campus” Questi valori, spiega Moratti, sono parte intrinseca della storia interista e costituiscono l’identità più profonda in cui ciascun tifoso si identifica. La lotta contro la violenza diventa conseguenza indiretta dello sforzo profuso dentro e fuori dal campo. Le maglie, grazie al loro valore simbolico, “fanno sentire chi le indossa importante e automaticamente rispettato perché parte di un Programma grande”. Insomma…con la divisa nerazzurra ci si sente un poco più al sicuro!
Prima di mostrare un video che racconta l’operatività e la filosofia di Inter Campus, che per la sua dirompente schiettezza e allegria ha contagiato la platea delle Nazioni Unite, Moratti ringrazia Inter per tutto ciò che ancora oggi viene portato avanti con passione, augurandosi un futuro generoso al pari degli ultimi anni di impegno nel mondo.
Nonostante le personalità di rilievo presenti al tavolo, quando la palla passa al ex Capitano di Inter e Argentina, proprio come accadeva in campo, si percepisce l’emozione della platea. Il suo intervento sposta l’attenzione su ulteriori elementi che rendono funzionale il Progetto, come la professionalità, la dedizione, la responsabilità. Il “rispetto delle persone” dice “tipico della Famiglia Moratti, rende Inter Campus una delle realtà più belle nel panorama sportivo mondiale.”. Ma la protezione e l’aiuto derivano anche dalla vicinanza con le realtà locali, perché in tanti paesi “Noi siamo lì” con l’obiettivo di tutelare al meglio i diritti dei bambini, tra cui la protezione, la crescita e la possibilità di scelta consapevole. Scelta che, per esempio, ha fatto uno dei ragazzi della Fundacion Pupi, gestita dallo stesso Javier e partner di Inter Campus, quando invece di uscire dal Progetto perché superato il limite d’età, ha deciso di mettersi a disposizione come volontario a favore delle nuove reclute.
L’evento si è chiuso con tanti applausi, scambio di maglie e atmosfera cordiale. Un cammino lungo e spontaneo che non si ferma, la cui grandezza sta nei sorrisi dei bambini e negli sguardi delle persone, ma anche nei riconoscimenti che nel tempo Inter Campus ha ricevuto dalle più importanti Istituzioni Internazionali. Una tale consapevolezza, che da un lato rende il popolo nerazzurro orgoglioso dei colori che indossa, dall’altro pone l’Inter davanti a una sfida ancor più accattivante: non solo confermarsi squadra di primo livello sul terreno di gioco, ma anche eccellenza sul campo sociale.
Le sfide ci piacciono e non deluderemo le migliaia di bambini che ogni giorno giocano con la maglia nerazzurra.
16.12.2014