ASUNCION – Non è mai facile riportare a parole, e soprattutto con esempi pratici, la valenza sociale di Inter Campus: responsabilità sociale d’impresa, calcio come strumento d’educazione, aree della personalità sono tutti termini importanti e di valore, ma spesso la pratica, i fatti e gli aneddoti sono più tangibili e curiosi.
Il progetto in Paraguay ad Asuncion, voluto e creato da chi di storie ne ha da raccontare come Julio Gonzalez Ferreira, ha proprio tutte queste caratteristiche che si possono ‘toccare con mano’.
‘Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori’ diceva Fabrizio De Andrè negli anni ’60 e non trovo modo più indicato per descrivere i nostri due progetti all’orfanotrofio Aldea SOS e nel quartiere immondezzaio di Cateura: solo qualche anno fa era impossibile vedere i bambini divisi per fasce d’età, così come era impossibile vedere i bambini arrivare sapendo orari e spazi di gioco.
Già, gli spazi…
Mai prima d’ora mi era capitato di vedere un campo in discesa, costruito artificialmente con olio di gomito dai nostri allenatori Raimundo e Fermin, dopo l’alluvione e dopo l’invasione delle case-baracche sul nostro campo di Cateura.
La magia del pallone e la passione dei nostri allenatori sta così permettendo a più di 120 bambini di poter continuare a giocare, seguendo la nostra idea, evitando di andare lavorare tra rifiuti e odori di ogni tipo, garantendo quindi quel diritto al gioco fondamentale per tutti i bambini del mondo.
E poco importa se la porta da calcio, fatta di bambù e tristemente spezzata a metà, si adagia sul campo durante l’allenamento; poco importa se l’altra porta, addirittura di legno, è più alta che larga e poco importa, infine, se durante l’allenamento ci sono cavalli, maiali, ruspe che spostano la spazzatura o che livellano il terreno per costruire case proprio intorno al campo.
Ciò che più conta è vedere che i bambini e i ragazzi non sono più scontrosi e maneschi, ma anzi, collaborativi e disponibili, pronti a divertirsi grazie ai nostri allenatori consapevoli di come sviluppare la loro personalità in toto e sempre presenti per tutta la settimana di corso pratico-teorico. Ciò che più conta è proprio la passione e la formazione dei nostri allenatori, tra cui Kevin, che è stato bambino di Inter Campus, e Reinaldo, anch’egli cresciuto all’Aldea, che ci mostra con soddisfazione e fierezza la casa-famiglia dove ha trascorso l’infanzia.
E’ emozionante questo continuare a sorprendersi, in positivo, anche durante il corso di formazione pratico e teorico svolto in entrambi i nuclei, vedendo i nostri allenatori prendere appunti e trasformarsi in bambini per sperimentare su se stessi cosa si prova realmente in campo. Bellissimo vedere Celso, Fermin e Raimundo, non proprio anagraficamente ragazzini (ma sicuramente giovanissimi dentro), cimentarsi nel ‘gioco del semaforo’ e nelle ‘ricezioni orientate a sorpresa’.
Il seme è stato gettato quasi dieci anni fa, curato e coltivato nel tempo. I frutti, piano piano, stanno crescendo, grazie ad Inter Campus e ai kapè (amici in Guaranì) che fanno parte di questa grande famiglia.
24.05.2016