MBALMAYO – Era già il ‘ vecchio Mendouga’ quando lo conoscemmo per la prima volta tredici anni fa, e da allora il suo volto non è mai cambiato: una maschera d’ebano scolpita dagli anni in cui si apriva un sorriso di bambino e due occhi luminosi. Perché il vecchio Mendouga aveva una passione che lo manteneva giovane, il calcio giovanile, a cui aveva dedicato tanti anni della sua vita, fino a contagiare il figlio, anch’egli allenatore Inter Campus.

 

Il nucleo di Mbalmayo fu il primo del Camerun e il primo dell’Africa, il che rendeva Mendouga – oltre che per motivi anagrafici – il decano degli allenatori Inter Campus. Un giorno ci portò in mezzo alla foresta, dove si aprì davanti ai nostri occhi una radura ben curata: sognava di farci lo stadio di calcio del suo villaggio.

Di fronte alle nostre facce perplesse per l’apparente bizzarria di quella spianata nella boscaglia, con uno dei suoi famosi sorrisi spiegò a noi increduli stranieri che di notte gli spiriti giocavano su quel campo, perché i camerunesi amano tanto il football che, anche quando dormono, le loro anime giocano a calcio.

Ora che ci ha lasciati, ci piace ricordarlo così: a guidare la sua personale nazionale di anime nel più bel campionato del mondo.

Ciao vecchio Mendouga.

15.04.2014