Essos è un quartiere baraccopoli nel nord est di Yaoundé; non lontano dal centro moderno e dai palazzi governativi, ne contrasta gli avanzamenti con i suoi pericoli e vulnerabilità. Rifugiati e profughi provenienti dal Ciad, dalla Repubblica Centroafricana, dalla Nigeria e anche Camerunesi, di origine anglofona in guerra, vivono ammassati in baracche di lamiera senza acqua potabile, corrente elettrica, servizi sanitari e strutture educative. Inter Campus da tre anni ha scelto di intervenire in questo contesto per provare a dare una speranza alle generazioni che stanno crescendo in questo ambiente deprivato e per sostenere anche i percorsi di inclusione etnica viste le tante provenienze per nulla integrate. Quasi 60 bimbi e bimbe di ogni fascia di età prendono parte alle attività educative e sportive in un pezzo di terra che non può definirsi campo ma dai piccoli chiamato “stade”. Un calcio potente può scagliare la palla aldilà del canale la cui acqua nera porta detriti e fetore e dentro cui molti abitanti lavano i vestiti sotto un sole umido e filtrato dall’inquinamento. Non importa l’orario o le condizioni, i bambini si divertono e giocano e, finite le attività, portano la delegazione nerazzurra in missione a conoscere con fierezza le loro famiglie nelle baracche abitate da decine di persone. Chi parla inglese, chi francese, chi i dialetti propri; molti sono stupiti di vedere dei “bianchi” e tendendo la mano in segno di fratellanza insieme ai loro bimbi aprono le porte di casa a mostrare che l’inclusione è possibile e che lo sport un piccolo contributo lo sta portando.
31.01.2025