[Focus Bulgaria: Inter Campus agli occhi dei protagonisti]

Il nostro partner locale in Bulgaria è la fondazione Stefan Noykov rappresentata dal dott. Paolo Giulini, docente di Sviluppo della psicologia all’Università Cattolica di Milano, criminologo, Presidente fondatore nel 1995 del Centro italiano per la promozione della mediazione, impegnato in Italia nella cura psicologica di uomini violenti con l’obiettivo di proteggere le donne. Interista di famiglia, oltre aver creato una solida collaborazione con FC Internazionale attraverso molteplici progetti di mediazione sportiva, grazie alle sue origini bulgare da parte di madre, nel 1997 lo portano ad unire l’amore per i colori nerazzurri e le sue stesse radici, avviando una solida cooperazione con Inter Campus. Costituisce la Fondazione Stefan Noykov e realizza con spirito sociale e filantropico progetti sia di natura artistico-culturale, sia di carattere sportivo (con Inter Campus), focalizzando l’attenzione verso le minoranze più vulnerabili in vari ambiti sociali.

Siamo in Bulgaria dal 1997 e cerchiamo di adattare il nostro intervento alla mentalità e le necessità del popolo bulgaro. Dalla Bulgaria sono passati popoli come i traci, poi i greci, i romani divenendo poi fulcro culturale dei popoli slavi durante l’Alto Medioevo. Dopo un periodo di dominio bizantino e rinascita del secondo Stato bulgaro, i territori finirono sotto il controllo dell’Impero Ottomano per circa cinque secoli. La guerra russo-turca portò alla nascita del terzo stato bulgaro, riconosciuto proprio nell’anno 1908. Gli anni successivi videro numerosi conflitti con i popoli vicini. Nel 1946 divenne una repubblica comunista governata da un sistema politico a un solo partito sino al 1989. Dopo il 1990 la Bulgaria divenne una democrazia con un’economia di mercato e la lunga transizione da un sistema economico all’altro creò non poche problematiche sociali. Dal 2007 entra a far parte dell’Unione Europea e la persistenza di disparità socioeconomiche tra i diversi Paesi membri favorisce manodopera sottopagata e precarizzata nei diritti. Le politiche migratorie restrittive favoriscono l’immersione nell’illegalità.

L’immenso flusso migratorio delle popolazioni Rom dall’India settentrionale (Punjab e Rajastan) è iniziato secoli fa’. Oggigiorno i rom in Bulgaria costituiscono la minoranza più densa d’Europa, parlano bulgaro, turco o rom a seconda delle loro affiliazioni religiose.

La condizione socioculturale delle popolazioni Rom non sempre si sposa con quella tradizionale bulgara. Spesso accade che bambini rom finiscano in orfanotrofi, affidati a strutture statali dove con l’aumentare dell’età vedono diminuire drasticamente le speranze di essere adottati. Inter Campus ha un ruolo fondamentale in questi percorsi di crescita al fine di educare giocando, attraverso i valori dello sport quali l’altruismo, la solidarietà, il rispetto dell’avversario così come il rispetto per la donna, favorire l’inclusione con i molteplici obiettivi della prevenzione alle devianze minorili, al bullismo, ai disturbi d’ansia generalizzata tipici dell’età adolescenziale.

La Fondazione Stefan Noykov e Fc Internazionale con il progetto Inter Campus, utilizzano lo sport per agevolare l’inclusione sociale incentivando la frequenza scolastica dei bambini e la parità di genere. Inoltre, obiettivi importanti sono anche l’integrazione etnico-religiosa e la pace tra la popolazione Rom e la popolazione autoctona, che apparentemente convivono nello stesso territorio ma in realtà abitano due mondi paralleli.

Inter Campus è un progetto che prevede un lungo percorso di formazione integrale della persona in età infantile, sono gli anni che formano la persona, un lungo cammino che prepara i bambini al complesso mondo dell’adolescenza. Spesso le bambine di etnia Rom che vivono nelle loro famiglie sono costrette ad interrompere il loro percorso nel progetto e forzano il loro cambiamento naturale saltando completamente un passaggio fondamentale dello sviluppo, da bambine sono costrette a diventare donne, senza una fase adolescenziale intermedia. Troppo spesso costrette in tenerissima età a gravidanze precoci e a matrimoni combinati dagli stessi genitori con uomini mai conosciuti prima.

26.02.2021

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