Si è conclusa un’importante missione a Beirut, in Libano, per la delegazione di Inter Campus: l’obiettivo è stato quello di mettere le basi per l’apertura di un nuovo nucleo nella capitale libanese, più precisamente nel campo profughi di Shatila, che si aggiunge a quello già attivo da diversi anni nel Sud del Paese grazie alla partnership con il contingente italiano di UNIFIL.
La capitale libanese ospita dal 1948 tre campi profughi allestiti per accogliere i rifugiati palestinesi ed è stata devastata, tra il 1975 e il 1990, da una terribile guerra civile. Oggi il Libano, da sempre crocevia di culture e religioni (18 confessioni religiose praticate), ospita un milione di profughi siriani in fuga dal conflitto che da 7 anni sta devastando il loro paese. Shatila si estende su un chilometro quadrato di terreno ed al suo interno vivono circa 30000 persone (gli abitanti del campo registrati ufficialmente sono circa 10000) in maggioranza palestinesi e siriani.
In questa ‘favela’, caratterizzata da edifici molto alti, stradine strette e soffocanti e cavi elettrici scoperti e penzolanti in ogni dove, si inserisce l’intervento di Inter Campus al fianco di ANERA, una ONG americana che da 50 anni si occupa dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente. Il progetto sarà rivolto a 80 bambini e bambine tra i 6 e i 9 anni che vivono in un ambiente violento, privo di quasi ogni genere di servizio primario e che provengono da contesti familiari molto problematici.
Gli allenatori locali sono tre: Othman, Khalil e Bilal, tutti giovani cresciuti nel campo e che oggi si adoperano per garantire ai bambini i diritti fondamentali quali il gioco e lo studio, strappandoli così alla strada e ad un futuro fatto di emarginazione rispetto alla società civile che spesso non garantisce ai profughi (non è un reato od una colpa esserlo) le normali opportunità di vita, di studio e di lavoro di cui godono i cittadini normali.
Come sempre la delegazione di Inter Campus ha raggiunto il paese della missione per conoscere, dopo gli scambi di informazioni a distanza, i possibili nuovi partners garantendo nei giorni di soggiorno allenamenti ai più’ piccoli e formazione ai possibili nuovi allenatori che devono assimilare il metodo e la mentalità dei nostri riuscendo tuttavia a metterci del loro, per rendere la miscela didattico-emotiva quanto più’ naturale ed efficace possibile, garantendo ai nostri nuovi piccoli amici la possibilità di avere un’ alternativa nei pomeriggi del quartiere: praticare uno sport con principi semplici e sani, evitando percorsi di vita che potrebbero risultare pericolosi o nella migliore delle ipotesi improduttivi.
La storia della nostra fantastica avventura si rinnova e si allarga dunque ad un altro luogo segnato in passato (la famosa strage di Shatila del 1982) dalla violenza dell’uomo, cercando di creare un nuovo gruppo di Intercampisti entusiasti e, per quel che è possibile, felici.
photo by courtesy of Saiid Saliba
02.04.2018