TEHERAN – Finalmente di ritorno a Teheran. Nel quartiere periferico di Shahre Rey dove il reddito è il più basso in questa città di sedici milioni di abitanti. Lavoreremo qui in collaborazione con la Popli Khalatbari Charity Foundation di Diana Khalatbari, una donna straordinaria che ama il suo Paese e fa di tutto per l’educazione dei minori, specialmente quelli in condizioni più disagiate, come i profughi dall’Afghanistan. E ci accorgiamo subito dagli occhi e dai volti asiatici che i bambini che incontriamo sul campo non sono dei classici bimbi iraniani. Parlano Dari, una versione orientale della lingua persiana, e sono figli di immigrati, soprattutto di etnia sciita Hazara, scappati dai decenni di guerra nel loro Paese. La fondazione si prende cura di loro ed ha colto subito l’importanza della cooperazione con noi per potenziare il progetto educativo di questi ragazzi con lo sport. I nostri tecnici Alberto Giacomini e Roberto Redaelli, con il prezioso aiuto della responsabile locale Leyla Amin e di suo nipote Ali – che ci fanno da traduttori sul campo – iniziano con gli allenatori locali l’attività, un programma sportivo continuativo per togliere i ragazzi dalla strada e supportare il loro progresso scolastico.
Grande gioia – come di consueto – al momento della consegna della maglia dell’Inter ai bambini partecipanti al progetto che svolgono l’allenamento sul campo con i loro allenatori, sostenuti dalla Fondazione e – da oggi – formati dall’area tecnica di Inter Campus. Alla fine della nostra visita, tutti i bambini e ragazzi ci ringraziano, girando mano nella mano attorno a noi e gridando i nostri nomi. Gli allenatori invece ci regalano un quadretto con una frase del re Ciro il Grande, disegnata nella elegante calligrafia persiana, che recita: ‘Non passerò due volte sulla strada della vita, perciò lasciatemi servire la mia gente al meglio che posso in questa vita’. Lo prendiamo come un impegno: torneremo e faremo il meglio che potremo per questa gente meravigliosa, che ci ha accolti con tanta generosità e simpatia.
20.09.2016