Trilho, Mabubas, Sao José, Mota, Sao Paulo, Dondo, Calulo, Palanca. Questi i nomi delle cellule Inter Campus in Angola. All’orecchio risuonano musicali e richiamano climi tropicali e capoeira, ma la realtà dove operiamo in collaborazione con I padri salesiani è molto differente da questa immagine idilliaca. Che siano quartieri favelas di Luanda o cittadine di campagna, il Polidesportivo Don Bosco con il nostro aiuto cerca di togliere dalla strada centinaia di bambini e bambine (623 ad oggi), suddivisi in 29 squadre, e perché il calcio sia di supporto al progresso scolastico ed educativo, ben 51 ragazzi e ragazze cresciuti negli oratori salesiani hanno ricevuto la nostra formazione sportiva-pedagogica per diventare allenatori/educatori dei più piccoli. Bravi come sempre in questo processo sono stati gli allenatori di Inter Campus Alberto e Silvio, che hanno tenuto cinque mattinate di formazione teorica in lingua portoghese e altrettanti pomeriggi di formazione pratica nella lingua internazionale del pallone, che ha coinvolto gioiosamente decine di bambini. Attraversando le strade dissestate e piene di discariche a cielo aperto del barrio di Mabubas, si potrebbe essere sopraffatti da una sensazione di impotenza, ma appena si entra nella scuola e si vedono i bambini del quartiere, tutti in nerazzurro, allenarsi e giocare con i loro educatori, il cuore si riempie di speranza per questo Paese così bello, così ricco di potenzialità e contraddizioni. Una volta definimmo la città di Luanda “la provvisoria”, per stigmatizzare le precarie condizioni infrastrutturali e civili in cui vive la stragrande maggioranza della popolazione, ma dopo nove anni vediamo che il seme piantato da Inter Campus sta diventando un giardino, con un nucleo sempre più stabile e attivo di partecipazione sociale, e continuando così un giorno la potremo chiamare “Luanda a toda bonita”, Luanda la tutta bella.
04.09.2017