MILANO – Con queste parole, tramite la Segreteria di Stato Vaticana, Papa Francesco scriveva a Inter Campus, individuando nei valori più autentici dello sport i binari di una crescita sana ed sicura. La sua passione per il calcio arriva da Boedo, quel quartiere di Buenos Aires che si appoggia alla Boca fino ad arrivare a Villa Jardin. Dove il pallone, ieri come oggi, ha sempre parlato la lingua della strada, nella più italiana delle Nazioni oltreoceano. Ragione di vita e anima di un intero popolo, l’amore per questa disciplina diventata l’espressione spirituale più prossima a una Fede pagana nata sugli spalti, costruita attraverso le vittorie dei Mondiali e il mito di Maradona.
Se ne va da Campione del mondo in carica, in un periodo turbolento, in cui gli equilibri del mondo sono costantemente messi in discussione: oltre le tregue Olimpiche e nonostante i suoi appelli al dialogo. Nello sforzo di rinnovare la Chiesa, il costante tentativo di aprire porte, anche – perché no – attraverso il linguaggio del pallone: parlando la lingua della gente comune, dimostrandosi fragile e al tempo stesso umano nelle sofferenze e nelle gioie della vita. Tifoso del San Lorenzo, ma anche simpatizzante del basket e scherzoso sulle proprie abilità sportive, riconosceva nell’attività fisica il valore aggregante ed educativo, fatto di abnegazione volontaria e – in quanto tale – espressione pura del sacrificio. “L’atleta è un po’ come il Santo: conosce la fatica ma non gli pesa”.
Negli anni, il Santo Padre ha ricevuto in dono il libro di Inter Campus, consegnatoli direttamente dalle mani del Vice-President Javier Zanetti, che lo ha accompagnato tra le pagine degli oltre 30 paesi nerazzurri tutti accomunati da una visione, quella a tutela dei Diritti dei Minori, per la quale lo stesso Papa si è sempre battuto. Non ultimo l’evento nel 2024, la Giornata Mondiale dei Bambini, al quale anche una delegazione della Terra Santa School e dei Francescani, tra cui anche rappresentanti di Inter Campus Palestina, ha potuto partecipare, insieme a Padre Ibrahim Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa. Una vicinanza fisica emozionante, che ha dato forza e supporto morale a tante famiglie che vivono oggi nella precarietà quotidiana dei conflitti.
Punto fermo in un’era di fragilità, esempio di capacità di ascolto e di umanità, ci lascia oggi dopo aver tracciato per sempre un percorso di Fede a tratti colorato di nerazzurro.
Buon viaggio Papa Francesco.
21.04.2025