MANAGUA – Il centro sportivo che ci ospita in Nicaragua, si sta preparando ad accogliere i giochi olimpici centroamericani: da qui a pochi mesi nel campo in cui giochiamo ogni giorno si sfideranno le nazionali di Guatemala e Costa Rica, o di Belize e Panama. I bambini lo sanno e si sentono importanti. Attorno al campo c’è grande fermento: tante persone incessantemente all’opera, sopralluoghi di ingegneri e istituzioni in visita.
Ciononostante, lo sport non si ferma! Ritroviamo i corridori che abbiamo salutato andando via sei mesi fa, l’allenatore di atletica che scandisce il ritmo delle ripetute con voce ferma e determinata, i ragazzi di salto in lungo, boxe, scherma. Naturalmente i bambini di Inter Campus, un po’ cresciuti, ma che ancora ci abbracciano chiedendo di ripetere gli esercizi dell’ultima volta. Con loro gli allenatori, un gruppo coeso che ci segue dal primo giorno con passione e capacità.
Incontriamo anche i rappresentanti FIFA che seguono l’evoluzione dei lavori. Con loro ci confrontiamo sull’importanza di attività sociali legate allo sport, discutendo sulle numerose opportunità di sinergia che potremmo mettere in campo. Gli stessi temi di cui parliamo con il Ministro dello Sport, che ha l’ufficio a pochi metri dal campo. Ci ritroviamo al centro di una squadra solida, composta da istituzioni, allenatori, bambini e sport. Capiamo che il ruolo di Inter Campus, in un paese in cui il calcio non è popolare e si sta radicando in questi anni, è molto importante. Una ragione sentire la responsabilità di una metodologia consapevole, basata sullo sviluppo integrale della personalità dei bambini e sul divertimento.
03.02.2017