Kathmandu – Tra le tante altre cose, la maglia dell’Inter significa anche appartenenza alla stessa famiglia e condivisione dei medesimi valori di rispetto e di uguaglianza ed in certi luoghi questi aspetti assumono ancora più validità e rilevanza. È così soprattutto laddove certi diritti fondamentali non sono tutelati e promossi dalla società stessa, talvolta messi in dubbio da fattori culturali ed aggravati da fattori economici. Questo è vero, ad esempio, in Nepal dove ancora oggi i dati sulla violenza di genere raccontano e descrivono le violenze quotidiane che le donne nepalesi subiscono e dove quindi, le attività educative di Inter Campus hanno un ruolo particolarmente importante.
La recente missione nerazzurra a Kathmandu ci racconta -e ci conferma- che i campetti di calcio dove si svolgono i nostri allenamenti sono rari spazi sicuri dove si intraprendono percorsi di sviluppo e cambiamento, individuale e collettivo, di indipendenza e di educazione. Le bambine del progetto non hanno timore di sbagliare un tiro o un passaggio, non hanno paura dei giudizi dei coetanei maschi o di cercare il loro aiuto e la loro collaborazione. Sanno di essere sul loro stesso piano, una consapevolezza questa che si rafforza allenamento dopo allenamento, passaggio dopo passaggio. La maglia nerazzurra appena ricevuta e che indossano tutti con fierezza dice proprio questo.
14.02.2025