[Inter Campus Messico, dal mondo virtuale al ritorno alla realtà]

CITTA’ DEL MESSICO – A poche “cuadras” (isolati) dalla cattedrale del Zocalo, camminando tra le vie del centro storico della capitale messicana, impressiona quanto siano inclinati gli edifici. In epoca precolombiana la conca lacustre della valle del Messico era formata da laghi dai fondali sabbiosi. I palazzi costruiti in epoca coloniale su quelle fondamenta instabili sono l’emblema della resilienza del centro urbano cosi come del popolo che lo abita, capace di adattarsi alle svariate problematiche della società messicana.

A piedi arriviamo nel quartiere di Tepito dove puoi trovare di tutto… qui ad attenderci all’interno di uno di questi edifici una trentina di bambini/e e adolescenti dalle storie tristi, troppo per essere raccontate. Ritroviamo la piccola Aranza (nome di fantasia), oggi bambina di 12 anni e in Inter Campus da quando ne aveva 6, cresciuta qui nella Fundacion Renacimiento con i suoi 3 fratelli da quando il giudice ha tolto la patria potestà ai genitori affidandoli all’istituzione guidata dal tenace Presidente Jose’ Vallejo Flores.

Ritroviamo i due allenatori locali, Oscar e Alejandro. Il primo era anche lui un “callejero” (bimbo di strada) accolto da Jose’ quand’era bambino e cresciuto in fondazione, divenuto educatore ed esempio per molti altri. Grazie al loro lavoro svolto sul campetto in cemento durante il periodo della pandemia, grazie anche a costanti sessioni online in collegamento dall’Italia, ad oltre due anni di distanza dall’ultimo viaggio, nonostante i grandi problemi quotidiani che sono costretti ad affrontare, abbiamo ritrovato un gruppo entusiasta e carico di energie positive. Bambini/e che crescono in una condizione estrema, senza troppe possibilità di scegliere, dove l’adattamento, la resilienza, qui sono un obbligo.

01.08.2022

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