Per noi educatori, allenatori, coordinatori del nucleo di Abu Tur Gerusalemme Est, questi luoghi e mondi sono invece motivo di grande orgoglio, per ciò che succede da ormai otto anni a questa parte sul terreno di questo campetto, abbracciato dalle case, da piccoli orti, dalle strade della zona.
A differenza di tanti nuclei Inter Campus, su questo territorio (e nel mondo), questo progetto non si affida né a scuole né ad istituzioni, non si appoggia a nessun Centro sportivo o struttura esistente, è tutto frutto di un grande e appassionato lavoro comunitario sul territorio. Grazie a Social Goal e Good Neighbors, i partner locali di Gerusalemme, riusciamo a riunire davvero tutte le anime della città, da ambo i lati del confine immaginario, toccando quartieri palestinesi e israeliani diversi, con bambini di differente estrazione sociale, di scuole diverse e quartieri diversi, che, senza il magico campetto di Inter Campus e al lavoro costante dei nostri ragazzi, non si incontrerebbero mai.
Un campo che parla tante lingue e che unisce tante narrazioni e sensibilità, e che sa mettere al centro la comunità, la voglia di provare a fare quello che da fuori sembra impossibile. L’unione tra i nostri allenatori, ormai amici fraterni, uomini adulti israeliani e palestinesi di Gerusalemme, è un altro dei sintomi di un progetto che riesce davvero a contagiare positivamente. L’unicità di riuscire a lavorare a Gerusalemme senza strutture preesistenti, in una società così divisa, è motivo di sana fierezza che ci sprona a fare meglio e di più, anche per gli anni a venire.
(Arturo Cohen)
21.11.2025




