New York – Dopo l’ultima intervista con Carine N’Koué, Project Manager della UEFA Foundation for Children, è stata la volta di Daniela Bas, friulana d’origine e americana d’adozione che ha approfondito il ruolo dello sport in relazione agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Alla prima domanda: qual è il rapporto tra SDGs (Sustainable Development Goals) e sport, Daniela Bas ribatte, chiedendo: “Quanto tempo ho?” L’argomento infatti potrebbe essere approfondito e sviscerato così ampiamente da richiedere giornate intere… Naturalmente sui nostri canali dedichiamo circa una mezz’ora agli ospiti e quindi Ms Bas, risponde ironicamente: “Ridurrò la mia Treccani in un Bignami!” e inizia a raccontare con la semplicità e la chiarezza di chi padroneggia la propria materia e ama il proprio lavoro.
“Lo sport è un importantissimo contributo allo sviluppo economico e sociale ma anche ambientale, tre dimensioni fondamentali della vita umana – non solo sport ma attività fisica in generale – e il suo ruolo è riconosciuto dai vari governi anche nella dichiarazione politica dell’Agenda 2030, fatta nel 2015 dai 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, con i suoi 17 obiettivi, sostenibili cioè che si autorigenerano, idealmente raggiunti entro il 2030. Nel preambolo dell’Agenda si riflette sullo sport come strumento per dare forza alle donne, ai giovani, a tutti gli individui e alle varie comunità e si afferma che lo sport è un facilitatore dello sviluppo e della pace” spiega Daniela Bas che dal 2017 dirige la divisione sociale inclusivo del dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, punto di riferimento globale per quanto riguarda il mandato sullo sport, lo sviluppo e la pace.
“Nazioni Unite e Inter Campus promuovono la dignità della persona. Attraverso il gioco Inter Campus dà radici a quel seme, il bambino, che se ben nutrito può diventare una quercia! Il gioco rinforza l’autostima, la capacità di interagire in modo costruttivo, insegna ad apprendere l’arte della leadership, la capacità di lavorare in squadra, il rispetto del pianeta e delle persone, contribuendo a formare dei cittadini modello. Tutto questo non può che promuovere ulteriormente l’Agenda 2030 e quando nel 2030 sarà conclusa questi giovani cittadini modello saranno coloro che porteranno avanti la staffetta.”
Inclusione sociale e disabilità: quali sono le linee guida per il futuro? Ms Bas spiega come la risposta dell’ONU sia, da un lato, continuare a parlare dell’applicazione delle convenzioni dei diritti del bambino e delle persone con disabilità, dall’altro evidenziare come sia necessaria una rivisitazione delle politiche alla luce di quello che la pandemia ci sta insegnando, cercando di promuovere ulteriormente le abilità e di facilitare la convergenza tra i bisogni e le capacità dei bambini con disabilità e quelli che non le hanno. E ripensare una resilienza trasformativa: “con lo sport possiamo fornire nuove infrastrutture culturali, di sviluppo, di speranza, innovative. Ripromuovere la solidarietà, il lavoro di comunità e collaborazione, contribuendo al benessere di tutti. Come un puzzle, pezzi tutti diversi uniti in un unico quadro. I Paesi devono parlarsi tra loro se vogliamo vivere in un mondo sereno.
Se Inter Campus insegna ai suoi bambini, attraverso lo sport, l’importanza della diversità, sta formando le generazioni che permetteranno al mondo di continuare il dialogo, un lavoro fondamentale che come Nazioni Unite promuoviamo ogni giorno.”
Una ricca e bellissima chiacchierata che si conclude con l’invito di Ms Bas a continuare per la strada della cooperazione e collaborazione tra due realtà che hanno così tanto in comune: avanti tutta con il goal 17, partnership per gli obiettivi!
14.12.2020