[Inter Campus Colombia, l’abbraccio della comunità]

L’aeroporto di Puerto Carreño è essenziale: pochi metri delimitano la pista di atterraggio dal ritiro bagagli. Ad attenderci, tutti i bambini di Inter Campus, che quando ci vedono intonano l’inno nerazzurro per darci il benvenuto. Nemmeno il tempo di salutarli e siamo già nell’ufficio del Segretario Regionale dello Sport, che ci racconta come il calcio non sia l’unica attività sportiva praticata nel grande centro che ci ospita: anche tennis, taekwondo e tiro con l’arco, discipline anomale per queste regioni! Il nostro campo, che sorge alle spalle di un grosso palazzetto chiamato “Colosseo”, è in erba sintetica. Mancano le recinzioni, ma sono già state costruite due porticine d’accesso. Per rispetto e scaramanzia, tutti le attraversano prima di iniziare a giocare.

In campo svolgiamo esercizi tecnici, ludici e cognitivi, per tenere sempre attenti i ragazzi colombiani. E allora la palla si conquista attraverso il classico gioco “Sasso, carta forbice”, che in tutto il mondo è un linguaggio universale. I pomeriggi in campo scorrono piacevoli, ma oltre all’attività sul terreno di gioco, l’intera comunità ci ha coinvolto, portandoci dalle istituzioni locali e dalle famiglie dei bambini. Queste ultime ci hanno omaggiato con una sorpresa magnifica, organizzando una cena al ritmo di balli e musiche locali. E’ stato un momento importante per raccontare in dettaglio il nostro progetto e confrontarci con i genitori sull’educazione dei figli.

Prima di ripartire, anche la Polizia Nazionale ha voluto dare spazio a Inter Campus, invitandoci durante la loro trasmissione radiofonica trasmessa a livello nazionale. Insieme, testimoniamo come il calcio possa essere un importante strumento sociale e il gioco un diritto dei bambini. E, come dice il nostro coordinatore locale Ricardo Martinez, i diritti dei bambini non sono altro che i doveri degli adulti.

 

24.04.2017

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