FIRENZE – È la presentazione di un evento unico al mondo, quella che si è svolta stamattina a Palazzo Strozzi Sagrati. Dal 18 al 28 settembre 2009, con il patrocinio della Regione Toscana e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, più di trecento bambini provenienti da tutti gli Inter Campus del mondo si ritrovano a Firenze e Siena. Partite al centro tecnico di Coverciano, valide per la conquista della Coppa del Mondo Inter Campus, molto gioco, nel senso più semplice del termine, e ancora la cooperazione con le scuole, che dei diciannove Paesi rappresentati faranno un soggetto di studio e dei bambini dei veri e propri ambasciatori delle proprie realtà.
A prendere la parola per primo il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, che ha sottolineato l’impegno dell’Inter sul fronte della solidarietà, definendo quanto fatto da Intercampus la possibilità di offrire ai bambini una sorta di “sogno insperato”.
A nome dell’Inter, Massimo Moratti ha ringraziato la Regione Toscana e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena per aver sostenuto la manifestazione. “Inter Campus non nasce da cose complicate, ma dal fatto che se conosci situazioni di grande povertà, viene istintivo voler fare qualcosa. Il calcio in questo ha la possibilità di fare molto di più degli altri: è amato, offre un contatto diretto con grandi club, attraverso il calcio si fanno cose bellissime. Siamo partiti con le favelas in Brasile, siamo intervenuti durante la guerra in Kosovo, siamo stati in Israele e poi siamo andati in tanti Paesi, con la stessa, bellissima risposta da parte dei bambini, che hanno vissuto e vivono questa esperienza come una cosa che gli arrivava inaspettata. Si sentivano considerati, avevano trovato un ‘amico’, si sentivano importanti, con la maglia. Non abbiamo corso per sviluppare questa realtà, ma abbiamo preferito trovare le condizioni e gli istruttori giusti. Bisognava fare attenzione. Da qui l’idea di Massimo Moretti di vivere un sogno non sognato con la Coppa del Mondo. L’Italia per loro era un Paese spettacolare, ma anche per noi è spettacolare vedere questi bambini felici. Tutto questo è figlio di una grande semplicità di fondo, e vedere questi bambini felici è il grande riscontro. Noi non troviamo campioni attraverso Inter Campus, non c’è un ritorno apparentemente, ma la simpatia, la benevolenza, il passaparola fra varie nazioni vale talmente tanto che supera qualsiasi eco agonistico della squadra e delle sue grandi vittorie. Questa Coppa del Mondo è un premio, per i bambini, e anche per noi”.
Massimo Moretti, presidente di Inter Campus, ha dettagliato l’iniziativa. “I bambini terminano la loro esperienza a tredici anni, data che collima con il termine della scuola dell’obbligo e frequentarla, cosa che non è facile in molti Paesi. Noi siamo dentro le loro realtà, negoziamo a volte perfino con i narcotrafficanti, con chi ricicla i rifiuti, noi accompagniamo i bambini nelle loro realtà, e la maglia per loro è un simbolo di dignità. Il momento del gioco è sempre quello più bello e in tanti Paesi i bambini non possono giocare. In Brasile, noi dovevamo scegliere pochi bambini su quattromila, così abbiamo delegato la scelta agli organizzatori locali, sulla base di chi ha avuto le maggiori difficoltà. Questi bambini, che non hanno nulla, hanno saputo riconquistare l’altruismo e ce lo hanno insegnato di nuovo. Avremo con noi una delegazione di Israele e Palestina, che staranno con la stessa casacchina: li abbiamo convinti, anche grazie alla fondazione Perez, a essere uniti. I bambini non hanno colpe: le loro storie sono storie delle famiglie, che hanno grande dignità, che incontreranno degli altri bambini, degli amici. In un momento in cui l’immigrazione viene così dibattuta, il fatto che noi si faccia grande cooperazione, con molta umiltà, è importante. Ho trovato in chi ci affianca in Toscana grande affinità. Mancherà solo Cuba, fra gli Inter Campus, là si teme che venga inquinato lo spirito rivoluzionario, ma sono stati proprio loro i primi a incitarci a continuare quanto fatto sino a oggi”.
Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ha spiegato lo spirito della scelta fatta. “Vorrei sottolineare la collaborazione che la nostra fondazione ha con la Regione Toscana, che si articola in molti progetti. Alla base noi abbiamo un concetto di sussidiarietà, come fondazione bancaria, e in questo caso la collaborazione con Inter Campus ci mette in grado di svolgere un’intervento simpatico. Fondazioni come la nostra nascono per promuovere lo sviluppo del territorio di riferimento, noi cerchiamo di dare una risposta positiva per guardare anche lontano, perché far crescere un territorio non vuol dire solo aumentare un reddito, ma aumentare il senso etico, morale, educativo e mirare allo sviluppo di una crescita collettiva della comunità”.
Massimo Toschi, assessore regionale alla cooperazione internazionale, ha avuto parole convinte. “Questa mattina sono stato alla celebrazione dei quindici anni di Emergency, proprio Milly Moratti è il Presidente della Fondazione: nel cuore dell’Africa sono stati più di duemila i bambini operati nell’opsedale a Khartoum, in Sudan. È un periodo particolare per Firenze e per la Toscana, viviamo la solidarieta, ma Inter Campus è un’azione di grande politica: arriveranno bambini dall’Iran, dal sud del Libano, da Israele e da Palestina, non è una cosa semplice. Si muovono con loro le famiglie che consentono ai figli di partecipare, si muovono le realtà di vita. Dare scuole e cibo a questi bambini vuol dire costruire il futuro del mondo. Dieci giorni bellissimi li attendono, ma non solo, questa esperienza vuol dire farne straordinari testimoni di pace, da grandi si ricorderanno di aver giocato fra di loro. Mettere insieme bimbi di Paesi diversi non è solo un’azione di umanitaresimo, è una grande azione verso il futuro, per la quale è giusto ringraziare l’Inter e Massimo Moratti”.
Due numeri a spiegare “Toscana 2009, la Coppa del Mondo Inter Campus”: 19 paesi presenti, per 1 sola umanità.
10.09.2009