[La resilienza di Inter Campus]

Le valigie sono pronte, il materiale didattico è nello zaino, la passione e la voglia di partire sono quelle del primo viaggio… Eppure questa volta non si può: chi l’avrebbe mai detto che ad un tratto tutto si sarebbe fermato? Eppure è andata così: all’improvviso aerei a terra, pallone in gabbia e tutti a casa. “Ed ora? Cosa facciamo?” – Questo ci siamo chiesti noi allenatori durante il primo giorno di Smart Working: “Beh, nei nostri corsi per gli allenatori parliamo anche di resilienza e questo è il momento di applicarla!” – Ci siamo risposti all’unisono.

Ed è così che invece di “alleducatori” in un campo da calcio, ci ritroviamo ad essere “allenattori” tra le quattro mura, realizzando video con giochi da riproporre e da divulgare in tutti e 30 i paesi Inter Campus. Bottiglie d’acqua che si trasformano in cinesini e carta da riciclare che diventa un pallone: nascono così giochi come “strega comanda color”, “il quadrato magico dei colori”, “la foresta in casa” che i bambini copiano e ci rimandano nei gruppi dei paesi. Ma c’è dell’altro: utilizzando la tecnologia, laddove possibile, parliamo con allenatori e bambini, organizziamo videochiamate, intrecciamo chiamate tra paesi diversi e facciamo conoscere, anche se solo virtualmente, bambini di diverse nazionalità.

Elias, un bambino messicano e Valeria, statunitense, si chiedono l’un l’altro quale sia il proprio cibo preferito… La risposta, nemmeno a farlo apposta, è la stessa: PIZZA! Virtualmente la fase analitica diventa un quiz creato ad hoc e la fase situazionale si trasforma nel “gioco della ruota”: basta un click, la ruota gira e il primo bambino che trova l’oggetto indicato vince (ovviamente il tutto dopo aver creato le condizioni di sicurezza necessarie).

Quando terminano le chiamate ci si ritrova davanti allo schermo con cappelli di ogni genere, frutta tropicale, occhiali da sole e oggetti tipici, dagli USA alla Bolivia, dal Messico alla Russia; questi ultimi due paesi arrivano addirittura a salutarsi in un video realizzato dai bambini dei nostri orfanotrofi: per loro la casa è la scuola e viceversa. Certo, niente è come viaggiare e stare su un campo da calcio e tutti noi non vediamo l’ora di tornare a visitare i nostri paesi, i nostri bambini e i nostri allenatori… Ma quando c’è resilienza, anche le più grandi difficoltà possono essere superate e trasformate in opportunità.

19.07.2020