Carissimi Amici,
il viaggio appena trascorso nei Barrios di Caracas con lo staff Inter Campus, di cui faccio orgogliosamente parte, è stato meraviglioso!
L’obiettivo era visitare l’ultimo degli Inter Campus attivati e definire una serie di collaborazioni per ampliare il progetto a favore dei bambini in Venezuela, un paese in grossa difficoltà economica (nonostante sia uno dei maggiori produttori di petrolio) dove la delinquenza è sovrana e risulta evidente la disparità tra i pochi ricchi e la gran parte della popolazione in miseria.
All’arrivo siamo stati accolti dal nostro prezioso referente Luis Merola che ci ha guidati, nel traffico impressionante (un litro di benzina costa appena 0,06 centesimi di €) a trovare i bambini di Inter Campus in uno dei quartieri più pericolosi di Caracas, La Dolorita. Abbiamo trascorso una mattinata intensa e spensierata giocando a calcio organizzando dei mini tornei. Improvvisamente 5 colpi di pistola sparati a poca distanza ci hanno interrotto…siamo rimasti sospesi per un lungo attimo e poi di nuovo tutti a correre (dicono che bisogna preoccuparsi quando si sentono più di 15 spari). Con una cartolina in mano e le “zapatos” (scarpe) con il mio autografo ai piedi, i bambini ci hanno salutati felici e soddisfatti di queste ore trascorse insieme.
Abbiamo fatto tappa al Barrios di Sant’Isidro, formato da poche case di mattoni a vista e alcune baracche di lamiera dove vive la maggiorparte dei bambini che ho conosciuto oggi. Da una parte un mini campetto di cemento e dall’altro una pompa di benzina dismessa e trasformata in una discarica a cielo aperto. Al posto di quella maledetta discarica vogliamo costruire un vero campetto da calcio in erba sintetica: un sogno che i bambini stessi hanno disegnato su grandi fogli colorati.
Mario, il nostro allenatore nonché referente tecnico e padre di tre figli, ci ha accolto nella sua casa: la dignità di questo giovane uomo emergeva in contrasto con la situazione di povertà e degrado che ci circondava.
Con queste immagini e sensazioni siamo ripartiti alla volta di un altro nucleo. Aggiungo un dettaglio: lungo la strada l’autista è stato costretto a pagare una sorta di ‘pizzo’ ad un uomo che fingeva di chiedere semplicemente l’elemosina (con un cellulare in mano per avvisare i suoi complici) altrimenti poco più avanti non ci avrebbero certamente fatto passare!
Finalmente siamo arrivati al centro sportivo Don Bosco di Caracas dove si allenavano i bambini delle squadre locali e i nostri di Inter Campus, fierissimi di farsi notare in mia presenza. Al termine dell’allenamento abbiamo immortalato la giornata con una bella foto di gruppo.
La sera siamo stati invitati dal Centro Italo Venezuelano, nato negli anni ’50 grazie ai numerosi emigranti Italiani e che ora conta quasi 30 mila iscritti, per festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia e per celebrare il primo anno di Inter Campus Venezuela.
Tra le tante persone attivamente impegnate o comunque vicine al nostro progetto, è d’obbligo un ringraziamento al Presidente del Centro Italo Venezuelano Mario Chiavaroli e al Console Generale d’Italia Giovanni Davoli per il loro particolare sostegno.
Ho respirato la speciale atmosfera di un vero e proprio Inter Campus, dove abbiamo ulteriormente consolidato le basi per dare una speranza concreta e l’allegria del gioco del calcio a questi bambini che, incredibilmente, sanno tutto dell’Inter e che da oggi son diventati veri tifosi nerazzurri grazie alla generosità del nostro Presidente e del nostro club.
Arrivederci al prossimo viaggio con Inter Campus!
Francesco Toldo
09.06.2011