La delegazione Inter Campus ha fatto tappa a Sarajevo per l’attivazione di un nuovo nucleo. Il responsabile organizzativo Christian Valerio e i due tecnici Juri Monzani e Silvio Guareschi hanno trascorso i primi tre giorni nella capitale bosniaca con la nuova associazione partner “Sprofondo-Bezdan”, un’Organizzazione umanitaria non governativa, operativa presso il centro multiculturale studentesco con sede nel quartiere di Grbavica. Le attività sociali in cui essa è impegnata spaziano dall’assistenza agli anziani alla tutela dei diritti dei minori oltre alla collaborazione con due orfanotrofi cittadini ed un Centro che accoglie bambini “di strada”. L’attività è cominciata sul campetto in cemento (messo a disposizione dai Frati Francescani) adiacente al Centro studentesco in presenza di due alleducatori locali, Alen e Jasmin e 80 bambini di cui 25 provenienti dagli orfanotrofi e 55 dal quartire popolare in cui è ubicato il Centro. Bambini di qualsiasi etnia o religione giocano liberamente insieme così come i bambini provenienti da famiglie giocano con bambini provenienti dagli Istituti d’accoglienza. Da adesso i colori delle loro maglie saranno sempre gli stessi, neroazzurri.
Dopo l’esperienza di Sarajevo la delegazione si è diretta a sud-ovest, verso il confine croato. Scendendo dai 600 mt di altitudine delle appendici dei monti Balcani e avvicinandosi alla costa, il clima diviene più mite. Purtroppo non si può dire lo stesso della situazione sociale, poichè, allontanandosi dalla capitale, le barriere culturali che dividono le diverse etnie divengono sempre più evidenti.
Si attraversa Mostar, città contesa durante la guerra, e oggi ancora divisa tra la parte musulmana ad est del fiume Narenta e quella cattolica a ovest. Scendendo ancora verso il confine croato, le bandiere a quadri biancorosse si alternano sempre con maggiore frequenza a quelle giallo blu bosniache e i villaggi cattolici croati divengono sempre più numerosi rispetto a quelli musulmano bosniaci.
Finalmente si arriva a Domonovici, piccola cittadina di 2000 abitanti (55% bosniaci-musulmani, 35% croati-cattolici, 10% serbi-ortodossi), con un’unica scuola statale elementare e media. L’edificio in sè, nonostante visibilmente fatiscente, non ci sorprende molto per le sue caratteristiche esterne ma per quello che accade al suo interno. Si tratta di una delle poche scuole rimaste sul territorio bosniaco dove, al suo interno, vi è una netta separazione tra musulmani e cattolici. I primi, tutti a pian terreno, mentre i cattolici al secondo; due Direttori rappresentanti delle diverse fedi; due scuole in una.
Qui Inter Campus ha attivato una cellula, obiettivo è costituire un “laboratorio” d’integrazione etnica. I giovani non hanno alcuna difficoltà a giocare insieme ad altri di diversa fede religiosa. Spesso sono gli adulti ad impedire che questi partecipino a progetti comuni.
Per arrivare qui a Domanovici, Inter Campus si è affidata all’Associazione “Fabio Vita nel mondo”, la quale, in questi luoghi quasi dimenticati, organizza più volte l’anno convogli umanitari carichi di beni destinati a profughi, orfani e famiglie indigenti dislocate su tutto il territorio bosniaco. Inoltre l’Associazione è costantemente attiva sul territorio con una serie di progetti per la tutela della salute, dell’infanzia e della famiglia.
Grazie a Zorica, riferimento dell’Associazione e ora nostra referente in loco, abbiamo trovato Drajan, un allenatore disposto ad allenare insieme bambini delle diverse etnie. Si tratta di una persona che, oltre a utili requisiti tecnici possiede quelle caratteristiche umane necessarie ad un alleducatore Inter Campus. Circa 40 bambini partecipano all’attività sportiva. I genitori dei bambini, cattolici e musulmani, ora, affidano i propi figli a Drajan per andare in campo ad allenarsi con bambini di fede diversa dalla loro, ma con la stessa passione per i colori neroazzurri.

22.10.2012