[Viaggio nel cuore dell’Angola]

La prima volta che ho sentito parlare di Calulo fu nel 1999. Il Progetto Inter Campus in Africa non era ancora nato e si cercavano partner locali che lavorassero per il benessere dei bambini. Per questo ero a Luanda ospite dei Volontari salesiani del VIS (il Volontariato internazionale per lo sviluppo), e uno di loro doveva proprio recarsi a Calulo, a sei ore di viaggio nell’interno. Gli altri lo sconsigliavano, perché era ancora zona di guerra. Un padre salesiano fu ucciso dai miliziani proprio su quella strada. Ecco perché mi fa una certa impressione tornare in questo luogo, a quasi mille metri sull’altopiano nella provincia di Cuanza Sud dopo quasi vent’anni. Ora per fortuna la guerra è finita e centinaia di bambini e bambine seguono il nostro progetto educativo assieme al Polidesportivo Dom Bosco. Padre William, il prete brasiliano che è nostro referente in Angola ci porta stretti in un’auto carica di cibo ed altro perché comunque, non essendo un viaggio frequente, bisogna approfittare dell’occasione per portare alla comunità locale quanto necessario dalla capitale. I bambini hanno già ricevuto i nostri kit ed è un tripudio di nerazzurro, rosso della terra ferrosa e verde della natura che circonda questa zona.

Calulo è solo una delle tappe di questa nostra visita che ci ha portati a visitare tutte le cellule Inter Campus:  Dondo, sempre nell’interno, e poi nella grande caotica e engarrafada Luanda, cioè quasi perennemente con le strade imbottigliate di auto, moto e candongueiros , i taxi collettivi. Così visitiamo Trilho, Mabubas, Sao Paulo, Sao José, Palanca, con i nostri tecnici Fabio Perfetti e Silvio Guareschi che assistono agli allenamenti dei formatori locali per valutarne la crescita, prendendo nota di tutto, e poi svolgono la formazione in classe, cellula per cellula.  Questo della formazione degli allenatori locali è il cuore del nostro progetto, e ben si sposa con il carisma dell’educazione dei nostri ospiti, specialmente in una realtà che ha fame d’istruzione e di crescita, per pensare a un futuro migliore. Alla fine, torneo nel quartiere di Mota, nella favela della Lixeira, con le ragazze ed i bambini di diversi nuclei che si sfidano con impegno ed alla fine tutti ricevono un regalo. Ma il regalo più bello ce lo fanno loro, chiedendo insistentemente quando torneremo: “em agosto, em agosto”, e loro sorridono perché sanno che ci saremo, manterremo la promessa come ogni anno, ogni sei mesi, da tanti anni.

31.01.2017

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