[Inter Campus, sui campi in terra del Nordest brasiliano]

Palazzi, ruspe e favelas: il campo di Jardim Fragoso, letteralmente Giardino Increspato, offre uno spaccato perfetto del Brasile moderno: il vecchio e il nuovo, passando dal cambiamento. Dopo i Mondiali e le recenti Olimpiadi c’è desiderio di rinnovarsi, soprattutto in ambito sportivo. Tanta buona volontà e voglia di migliorare, nonostante il campo, come ricorda il nome, non sia dei migliori. Arrivano i bambini e inizia un allenamento dinamico, nel quale gli stessi allenatori si mettono in gioco e sfidano i ragazzi. Sembra debba piovere, ma poi le nuvole sono spazzate via dal vento e il cielo diventa così azzurro da confondersi con le maglie dell’Inter.

Così anche nei giorni successivi, ad Alto da Conquista. Qui giochiamo sulla terra tra sole e pioggia, al centro di un grande spiazzo polveroso. Il campo della prefettura è recintato, ma nonostante i cancelli spesso entrano animali randagi che popolano la zona, come cani o cavalli. Le mamme che accompagnano i figli vengono a salutarci e ci ringraziano per il costante appoggio che offriamo alla comunità attraverso lo sport.

A Paulista, invece, siamo nell’incavo di una montagna franata, alle spalle del camposanto locale. Molti bambini, per accorciare il percorso arrivando al campo, attraversano il cimitero e scavalcano un muretto che si affaccia proprio sulla linea laterale. Giochiamo mischiando calcio e matematica, eleggendo ogni volta difensore e attaccante attraverso bim bum bam. Non essendo veloci nei calcoli, notiamo che i ragazzi non contano in modo classico, ma alternando pari e dispari sulle dita partendo dallo zero. Un modo alternativo per aggirare il problema: il nostro obiettivo di calcolo è fallito, ma la creatività dei ragazzi è forse un traguardo ancora più importante.

09.01.2017

Foto

altre foto