[Inter Campus nella prigione di Bafoussam]

‘Non potete fare fotografie del luogo, qui ci sono anche prigionieri alcuni membri di Boko Haram’ – così ci accoglie il Régisseur del carcere di Bafoussam, anche se poi vedendoci lavorare capirà di potersi fidare e ci permetterà di fotografare l’attività con i ragazzi e gli adulti.

In questo carcere, con reparti distinti per uomini, donne e minori, lavoriamo per tre giorni facendo un corso per educatori sportivi a trenta uomini e donne detenuti e ad altrettanti ragazzi, questi ultimi un po’ più grandicelli di quanto è consueto per Inter Campus, ma la situazione particolare richiede qualche adattamento. In tanti anni di esperienza nel progetto, raramente mi è capitato di vedere tanta compita partecipazione al corso da parte degli adulti e tanta gioia esplosiva nel giocare ed allenarsi da parte dei ragazzi.

Le loro storie, raccontateci dal Segretario del Centro Sportivo Camerunese Francis Kammogne e dal responsabile delle attività di Inter Campus a Bafoussam, Alphonse, sono dure, alcune anche agghiaccianti, quasi incredibili. Fra i partecipanti al corso c’è chi è detenuto a pene lunghissime, venti o trent’anni, chi all’ergastolo, e addirittura un condannato a morte. Eppure ci colpisce la incredibile determinazione che hanno nell’imparare a fare qualcosa che li possa aiutare a migliorare, ad essere utili agli altri. In questo caso i ragazzi del carcere, per ricostruirsi una vita, impegnarsi in una cosa positiva, forse anche per recuperare un po’ di speranza e di senso nello loro vite difficili. Il corso di teoria si tiene sui banchi della cappella del carcere e gli allenamenti sono organizzati dai nostri tecnici Alberto e Andrea in un cortile della prigione, per l’occasione liberato dalle attrezzature da cucina e da lavoro per diventare un estemporaneo terreno di calcio.

Il tutto termina con una festa, la consegna dei certificati di partecipazione ai corsisti ed un torneo di calcio per i ragazzi, cui si accodano subito gli adulti con gare di corsa coi sacchi, tiro alla fune e…braccio di ferro! Tutte premiate con premi utili: cibo, indumenti, sapone. Non è possibile esprimere a parole la sensazione di festa e di condivisione in una realtà dove – come mi dice qualcuno – sentono che nessuno pensa a loro, che sono esclusi dal mondo. Non è così, non più. Da adesso in poi, con l’aiuto dei nostri amici sul posto, apriamo ufficialmente la cellula Inter Campus del carcere di Bafoussam, e dove apriamo, come ben sa chi ci segue, noi non andiamo mai via.

09.02.2016

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